“Dai diamanti non nasce niente. Dal letame nascono i fior.”

De Andrè, con la sua Via del campo, ci ricorda quanto dalle cose più semplici e scontate possano nascere bellezza, aspettative e prospettive future.

E il Museo della Merda pare abbia preso alla lettera l’insegnamento del poeta e cantautore!

Cos’è il Museo della merda?

Una realtà ai confini della Lombardia, in particolare a Castelbosco, in provincia di Piacenza (Emilia Romagna).

Il Museo della Merda nasce dall’idea semplice, quanto geniale, di Gianantonio Locatelli, imprenditore agricolo, e i suoi collaboratori. L’obiettivo principale, e l’idea originaria dell’impresa agricola consisteva nel voler riutilizzare lo “scarto” derivante dalle attività dell’Azienda, in maniera creativa ed ecosostenibile.

Infatti, grazie alla collaborazione con artisti e amici, l’imprenditore emiliano ha dato il via ad un vero e proprio progetto di trasformazione, che con il tempo avrebbe posto le basi del Museo più particolare d’Italia.

Idea e trasformazione ecologica

Grazie all’ausilio di attrezzature e strumenti specifici, atti alla trasformazione delle materie prime, l’Azienda ha iniziato a produrre energia sufficiente per alimentare i propri stabilimenti, proprio grazie al letame di scarto. In perfetta sintonia con la filosofia zero waste.

Successivamente questa idea ecosostenibile ha fatto capolino nel mondo dell’artigianato, dando nuova vita al letame trasformandolo in oggetti di uso comune. Quindi piastrelle, vasi e concimi (inodori) “di merda”, hanno iniziato ad arricchire il patrimonio artistico del Museo, dallo stile rustico ed essenziale.

E non solo piastrelle e vasi! Con lo scarto dell’Azienda agricola attualmente si producono anche elementi di arredo e utensili per la casa, come tavoli e stoviglie.

Insomma, d’ora in avanti “un piatto di merda” non sarà più considerato un insulto, ma un inno all’ecosostenibilità!

Il potere della semplicità

In una società che è in continua evoluzione come la nostra, di corsa, sempre alla ricerca della tecnologia più avanzata e stravagante, spesso ci dimentichiamo che sono le cose più semplici a fare davvero la differenza.

Date per scontate, usate e abusate. Esattamente come la metafora dei fiori di De Andrè. Le cose semplici, come le materie prime, spesso non ottengono il rispetto che meriterebbero. E ci accorgiamo della loro importanza solo quando non ne abbiamo più a disposizione.

È il caso dei combustibili fossili, dell’acqua, degli animali ormai estinti.

Esistono intorno a noi migliaia di alternative e possibilità per far fronte alle nostre esigenze quotidiane, senza per questo mancare di rispetto alla Natura e a ciò che ci offre ogni giorno. E chissà, forse per trovare delle soluzioni davvero “futuristiche” alle nostre necessità, dovremmo rivolgerci più a Lei, e meno alla tecnologia.

Gruppo Sesi per il green

Grazie ai programmi attualmente utilizzati per la gestione e l’organizzazione delle installazioni di box mobili e bagni chimici, il team di Gruppo Sesi ha ridotto drasticamente le emissioni di CO2 dovute al trasporto e all’assistenza delle strutture mobili ubicate nelle diverse location della Lombardia. Oltre a una migliore organizzazione e ottimizzazione dei tempi, anche le diverse sedi operative dislocate di Gruppo Sesi rendono più semplice il trasporto e l’assistenza ai clienti, riducendo l’impatto ambientale dovuto all’utilizzo di autocarri e mezzi pesanti.

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